In cucina con i suoceri: Coniglio nun te temo (ovvero Coniglio alla cacciatora alla umbra)

Qui non si tratta semplicemente di mettere nero su bianco una ricetta, sappiatelo. Questo post parla di un pomeriggio davvero unico trascorso con i miei suoceri e con un coniglio della Gianna, un pomeriggio in cui ho dovuto superare tutta una serie di mie idiosincrasie, tipo “smanacciare” la carne cruda “a forma di animale” e ne sono uscita vittoriosa. Perché lo devo ammettere, malgrado io sia una inguaribile carnivora, ogni volta che Marito torna dalle campagne umbre con qualche pollo intero ed enorme ho dei seri problemi ad affrontarlo … questa è stata la volta del coniglio e se penso che nel freezer c’è una papera (una papera, aiuto!!!) che mi attende già ho i sudori freddi.

Comunque. Il coniglio è arrivato e, visto che non lo avevo mai cucinato ed è uno dei piatti preferiti da mio suocero (grandissimo cuoco, lui) mi sono detta: vado a cucinarlo da loro, così fa tutto Marito coadiuvato dal papà. Ah! Ah! Ah! Povera illusa … Marito in ritardissimo e come sempre le donne hanno preso il comando della situazione: mia suocera armata di mini-coltellino di fine ‘800 (a suo dire il più tagliente mai provato) e io di mannaia (non ci posso nemmeno pensare) abbiamo fatto letteralmente a pezzi la povera bestia per poterla cucinare. Io avevo anche il tifo di mio suocero che mi incitava a gran voce e, a malincuore, ammetto che c’avevo pure preso gusto con la mannaia!!!

La ricetta in sé è davvero semplice, penso si possa tranquillamente adattare anche al pollo, io l’ho chiamata “alla cacciatora”, ma si tratta di una delle mille ed una varianti presenti in tutte le regioni italiane. Il risultato è stato ottimo: coniglio tenero ma allo stesso tempo tosto (non saprei come altro descrivere la consistenza, così diversa da quella della carne che compriamo abitualmente, dei polli e conigli della Gianna che hanno vissuto all’aria aperta muovendosi in libertà), molto saporito, decisamente da bis … e anche da tris, diciamolo 🙂

Ingredienti e preparazione (eh, no: non potevo risparmiarvi la vista del povero coniglio, che la notte me lo sono pure sognato!):

coniglio-intero

1 coniglio da circa 1 kg e 1/2
4 cucchiai di olive nere denocciolate
2 cucchiai di capperi
1 aglio
4 bicchieri di vino bianco
1/2 bicchiere scarso di aceto
2 rametti di rosmarino
10 foglie di salvia
olio qb
sale e pepe qb

rosolando-il-coniglio-2Far scaldare bene l’olio con l’aglio intero in una padella capiente e aggiungere i pezzi di coniglio, tenere il fuoco alto e far rosolare insieme al rosmarino e alla salvia. Dopo circa 15 minuti, o comunque quando il coniglio è ben rosolato, abbassare la fiamma, aggiungere 1 bicchiere di vino e coprire. Continuare la cottura a coniglio-rosolato-1fuoco basso, mescolando di tanto in tanto e bagnando con il vino mano a mano che si asciuga. Nel frattempo preparare un trito grossolano con le olive e i capperi e, dopo aver tolto l’aglio, unirlo al coniglio amalgamando bene. Una decina di minuti prima di terminare la cottura (calcolate in tutto 1 ora e mezza circa) togliere il coperchio, aggiungere l’aceto e rialzare la fiamma per farlo sfumare. Servire caldo.

Trattandosi di un coniglio “vero”, avevamo anche le interiora e le abbiamo unite in cottura: se vi piacciono, ricordate solo che cuociono molto più velocemente, specialmente il fegato, e aggiungetele a pochi minuti dalla fine della cottura.

coniglio-rosolato-2

P.S: qui trovate altre foto della preparazione 🙂

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