I torroncini home-made di Natale

Prima che il Natale si allontani troppo (anche se a me sembra già passato un secolo e mezzo) volevo raccontare la nostra prima avventura di regalini gastronomici. Quest’anno, infatti, complice anche la stanchezza, abbiamo deciso di fare un Natale un po’ diverso dal solito, senza mille regali per tutti (con tutto ciò che ne consegue, vedi: ottomila giri in luoghi infestati da milioni di persone come Cola di Rienzo e Porta di Roma, corse dell’ultimo minuto perché ti sei dimenticata qualcuno, gran mal di testa da sforzo per scegliere qualcosa che non sia proprio “un regalo a caso”!!!), ma con un solo regalo per chi ne più bisogno di noi. I nostri, non molti, soldini sono dunque tutti stati regalati alla onlus Peter Pan, che dal 1994 si occupa di creare strutture di accoglienza per le famiglie di bambini malati di cancro non residenti a Roma che vengono qui per le cure mediche. Conosco personalmente alcuni volontari di questa onlus e mi è sempre piaciuta l’idea di fare qualcosa che aiuta concretamente chi ne ha bisogno nella mia città. Già per il nostro matrimonio abbiamo scelto le loro bomboniere solidali, quindi abbiamo deciso di bissare anche a Natale. Ma volevamo comunque che per la nostra famiglia e i nostri amici ci fosse una “dolce consolazione” … quindi ci siamo lanciati nella produzione “in massa” di questi torroncini deliziosi 🙂

La ricetta è rubatissima, il primo spunto mi è venuto dal blog stupendo di Babs, già la foto mi aveva attratta, poi quando ho letto  interamente la ricetta sul blog di Anice&Cannella e ho visto che si trattava anche di una preparazione incredibilmente rapida, ho deciso di osare e ho fatto una prova con una piccola dose (che, OVVIAMENTE, è venuta mooooolto meglio della versione definitiva da regalare!).

Ecco gli ingredienti e la ricetta, copio e incollo la ricetta di Anice&Cannella inserendo tra parentesi le mie modifiche e osservazioni:

ingredienti-1per circa 50 torroncini di dimensioni (variabili!) di 4x2x1h cm:

350 gr di mandorle spellate
50 gr di nocciole spellate (non le ho messe)
50 gr di pistacchi
(in futuro forse diminuirò un pochino la quantità della frutta secca, magari solo 300 gr di mandorle)

Per lo sciroppo:
30 gr di acqua
100 gr di zucchero

Per la montata a caldo:
40 gr di albume
100 gr di miele (ho usato Miele italiano di acacia Brezzo)

Aromi:
scorza di un’arancia grattugiata
1 cucchiaino di estratto di vaniglia (non l’ho messo perché non amo la vaniglia)

2 fogli di ostia (io ho utilizzato dei fogli di cialda della ScrapCooking trovati da Peroni pasticceria)

per la copertura aggiunta da me: 450 gr di cioccolato da copertura (io ho utilizzato quello della Lindt comprato da Castroni)

vi servirà anche un termometro (io ne ho usato uno digitale da carne, di quelli che hanno il cavo in acciaio che va in forno, questo permette di tenere il “corpo” del termometro lontano dalla pentola evitando che i fumi dello zucchero lo possano rovinare).

Ma veniamo alla preparazione: Paola nel suo post consiglia di usare 4 mani ed ha totalmente ragione!!! Il primo esperimento l’ho fatto in solitaria e vi assicuro che in alcuni momenti sono stata davvero in difficoltà, cucina stile dea Kalì 😉

ingredienti-3Tostare a circa 120° per una decina di minuti la frutta secca, e lasciarla in forno al caldo (Paola, in uno dei commenti del post, riporta anche la ricetta originale tratta da un numero de La Cucina italiana del 2004 e io ho seguito queste indicazioni: ho tostato solo le mandorle nel forno a 130 °C e, una volta spento, ho mescolato i pistacchi, lasciando in caldo fino al momento dell’uso).
Far bollire, a fuoco basso, 30 gr di acqua con 100 gr di zucchero, mettendo prima lo zucchero nel pentolino, poi l’acqua, e  portarlo a 135°(145° se si vuole un po’ piu’ duro) senza mescolare mai. (Personalmente io sono arrivata fino a 140°, ma trovo che il torrone sia venuto troppo morbido, quindi la prossima volta arriverò almeno a 145°).
Nello stesso momento porre sul fuoco a bagnomaria, 40 gr di albume con 100 gr di miele, e montare continuamente con le fruste elettriche, fino a che il composto si staccherà dalle pareti. Lo sciroppo raggiungerà i 135° circa quando la montata di albume e miele sarà bella spumosa, soda, e soprattutto tenderà a staccarsi dalla ciotola nella quale si sta lavorando, assumendo il caratteristico profumo di torrone.
A questo punto lo zucchero sarà giunto a temperatura, quindi versarlo a sul composto (ecco, è adesso che entra in scena la dea Kalì!!!) e aggiungere a questo punto la frutta secca calda.
Mescolare bene (io ho alzato un po’ la fiamma), poi aggiungere la scorza di un’arancia grattugiata e la vaniglia (da me omessa), quindi lavorare la massa finche’ risultera’ molto compatta (qui la ricetta originale dice: lavorate la massa finché non sarà compatta, simile a una palla, e le mandorle resteranno quasi “incollate” le une alle altre).
A questo punto versare il composto su una cialda, bagnarsi le mani con acqua gelida, e compattare il tutto dando una forma regolare (ah ah ah!!! regolare!!! Marito ha promesso di farmi degli stampi rettangolari appositi, in alternativa si potrebbe utilizzare uno stampo tondo e poi tagliare il torrone in spicchi), mettervi sopra l’altra cialda e pressare bene il tutto, sia sopra che ai lati. (Per quanto riguarda l’altezza io mi sono tenuta su circa 1 cm per ottenere più torroncini, ma un po’ più alto sarebbe stato migliore).
Coprire bene, mettere al fresco (io ho creato una “stanza frigorifero nello studio con le finestre spalancate …) e tagliare dopo circa 10/12 ore (meglio aspettarne 24, così si solidifica di più) con un coltello a lama liscia e molto affilata!

La descrizione sembra molto lunga, ma vi assicuro che per tutta la preparazione ci vuole al massimo mezzora 🙂
pronto

Ok, fin qui ho potuto seguire una preparazione consolidata, ma visto che volevo dei torroncini ricoperti di cioccolato, il giorno dopo mi sono lanciata nella copertura e, lo ammetto, è stato un incubo!!! Sarà che non sono brava, sarà che non l’avevo mai fatto, sarà che il torrone non era proprio durissimo … c’ho messo una vita e il risultato non è stato per niente soddisfacente (diciamolo pure: dei torroncini deformi!!!).

Comunque, ho messo a sciogliere la cioccolata a bagno maria, ho intinto uno ad uno i torroncini e li ho lasciati riposare su un foglio di carta forno.
Li ho poi conservati in frigorifero su un vassoio fino al momento dell’incarto, fatto con carta trasparente per alimenti e nastri di rafia colorati (comprati in una cartotecnica molto fornita in materiali da imballo che si trova in Via degli Scipioni) a cui abbiamo attaccato un’etichetta di auguri natalizia personalizzata. Vista la scarsa quantità di torroncini (e dire che in tutto ne abbiamo prodotti ben 160!!!) in alcuni casi abbiamo anche aggiunto un sacchetto di frollini all’arancia a bottoncino 🙂
pacchetti-1

Considerazioni finali:
la prossima volta penso che triterò leggermente la frutta secca, in modo che il taglio dei torroncini risulti più semplice,
al di là degli incidenti di percorso (ho totalmente taciuto qui il tragico fallimento della copertura al cioccolato bianco aromatizzato al limone … mi veniva da piangere) e delle deformità, tutti hanno gradito questo pensierino gastronomico,
i torroncini erano davvero … BUONISSIMI, una cosa pazzesca 🙂

E dimenticavo che abbiamo avuto un altro estimatore, decisamente incuriosito:

curiosini
Felipe, il solito curiosini in cucina (notare il passo felpato)

P.S.: qui trovate altre foto della preparazione 🙂

4 pensieri su “I torroncini home-made di Natale”

    1. il cioccolato andava bene di suo e, per il resto, bastava eliminare la cialda (che era sospetta!) e sostituirla con la carta-forno … certo la deformità è notevolmente peggiorata 😉

  1. Ciao Chiara, è un piacere conoscerti! Sono arrivata qui guidata dal canto di certe sirene (qualsiasi riferimento all’autrice del post precedente è puramente casuale 😉 ) e devo dire che ne è valsa la pena. Bel blog e torroncini da leccarsi i baffi! Complimenti!!! Alessia

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